Il governo ha preparato il piano sicurezza in cinque punti.
Non è chiarissimo quali sono.
Solo due o tre cose sono chiare.
Prima, la condizione, drammatica, di clandestinità (cioè immigrazione irregolare) diventa un reato penale.
Si va in prigione perché si è ladri, o assassini, o truffatori, o violentatori oppure perché si è stranieri.
Secondo, i cosiddetti Cpt (centri di permanenza temporanea per persone extracomunitarie senza permesso di
soggiorno) diventano centri di detenzione.
Più o meno, campi di concentramento.
Terzo ‐ e questa è la novità storicamente più rilevante ‐ a Milano (per ora) viene nominato dal ministro dell'Interno un
commissario straordinario «all'emergenza rom».
Perché diciamo che è storicamente rilevante?
Perché per la prima volta dal 1938 entra, in un provvedimento ufficiale di un governo europeo, il concetto di razza,
concetto che era stato bandito (e anche assai vituperato) dopo il nazismo e la persecuzione contro gli ebrei e ‐
appunto ‐ i rom. Nel 1938, in Italia, fu prima pubblicato il «manifesto della razza», compilato da un certo numero di
scienziati non molto illustri né famosi, tutti assai fedeli al regime fascista, nel quale si rilanciava il concetto di «razza»;
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